mercoledì 27 gennaio 2010

"Le persecuzioni nascono dall’odio, non dal disprezzo; ora, l’odio equivale a un rimprovero che non si osa muovere a se stessi, all’intolleranza di veder incarnato in altri il nostro ideale. Quando si aspira a uscire dalla propria provincia e a dominare il mondo, ci si scaglia contro coloro per i quali una frontiera conta poco: si ha del risentimento per la loro facilità a sradicarsi, per la loro ubiquità. I Tedeschi detestavano nell’Ebreo il loro sogno realizzato, l’universalità che non potevano raggiungere. Si volevano anch’essi eletti: nulla li predestinava a questo stato.
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Si è eletti; non lo si diventa né per risoluzione né per decreto. E ancor meno perseguitando coloro di cui invidiamo le complicità con l’eterno. Né eletti né dannati, i Tedeschi si accanirono contro coloro che a buon diritto potevano pretendere di esserlo: il momento culminante della loro espansione sarà ricordato, nei tempi futuri, come un episodio nell’epopea degli Ebrei…"



(da "La tentation d’exister" di E.M. Cioran - 1956) pag. 90

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